In Giappone esistono innumerevoli generi di musica classica come il sho-myo o musica buddista salmodiata e il gagaku genere di musica orchestrale di corte entrambe risalenti ai periodi Nara (dal 710 al 794 d.C.) e Heian (dal 794 al 1185 d.C.).
Il togaku e il komagaku sono invece musiche originarie della dinastia cinese Tang e della Corea.
Altri generi musivali sono Kagurauta, azumaasobi e yamatouta, che a differenza delle precedenti, sono relative a repertori indigeni.
Esiste una classificazione della musica di quel periodo, infatti possiamo suddividerla in kangen (musica strumentale) e bugaku (danze accompagnate da gagaku).
Originarie dei primi anni del XIII secolo sono gli honkyoku ("pezzi originali"). Questi erano composizioni solistiche come gli shakuhachi, pezzi suonati da mendicanti, seguaci della setta Fuke (monaci appartenenti a una setta scismatica dello Zen) e monaci Zen. I monaci fuke, detti komuso ("monaci stravaganti"), suonavano il honkyoku per chiedere l'elemosina. La setta fuke cessò di esistere nel XIX secolo, ma alcune trascrizioni dei loro honkyoku vengono ancora eseguiti nei concerti di musica classica giapponese.
Strumenti tipici:
Shakuhachi
Indica una classe di strumenti musicali a fiato, tipici del Giappone, simili tra di loro. Il nome dello shakuhachi deriva da un'abbreviazione dell'espressione isshaku hachi sun (uno shaku e otto sun) che esprime la lunghezza più comune dello strumento (54.5 cm).
In passato questi strumenti venivano ricavati da un singolo pezzo di bambù cavo tagliato alla base della pianta in maniera che l'allargamento del fusto corrispondente al piede del tronco costituisse la campana dello strumento. Oggi sono generalmente fatti da due pezzi, uniti per mezzo di un raccordo.
Biwa hoshi, Heike biwa, e moso
Il biwa, una sorta di liuto dal manico corto, era suonato da un gruppo di suonatori itineranti chiamato biwa hoshi, che lo usavano per accompagnarsi durante la narrazione di storie. I biwa hoshi cominciarono ad associarsi fra loro creando una corporazione detta todo nei primi anni del XIII secolo. Questa associazione ebbe il controllo di gran parte della musica nell'intero Giappone.
Oltre questi, numerosi piccoli gruppi di musicisti itineranti ciechi si erano costituiti specialmente nell'isola di Kyushu. Questi musicisti, conosciuti come moso (monaci ciechi), giravano per le case cantando una varietà di musiche religiose e semi-religiose, apportando la purificazione della casa e augurando buona salute e fortuna ai suoi abitanti. Essi inoltre avevano un repertorio di tipo profano. Il biwa che essi suonavano era molto più piccolo del Heike biwa suonato dai biwa hoshi.
Shamisen
Lo Shamisen è uno strumento musicale giapponese a tre corde, della famiglia dei liuti, utilizzato per l'accompagnamento durante le rappresentazioni del teatro Kabuki e Bunraku.
Il progenitore dello shamisen era il sangen (o san xian in cinese) e proveniva dall'Asia Centrale.
Col tempo allo strumento vennero affiancate differenti modifiche a seconda del genere musicale per cui esso veniva impiegato. Fu così che si sviluppò:
- il futozao (cioè, a manico grosso) che viene usato nel gidayubushi e nel sekkyobushi,
- il chuzao (a manico medio), usato nello juta, nel tokiwazubushi, nel tomimotobushi, nel kiyomotobushi e nel shinnaibushi,
- l' hosozao (a manico sottile), usato nel nagauta, nel sokyoyu, nell' hauta, nel kouta e nel katobushi.
Successivamente si aggiunsero altre modifiche nel gruppo degli hosozao e dei chuzao.
Lo shamisen è uno strumento ad intonazione relativa, ovvero l'altezza delle note cambia a seconda delle preferenze ed esistono anche differenti modi di accordarlo. I tipi di accordatura più utilizzati sono:
- honchoshi in cui tra le prime due corde vi è un intervallo di quarta giusta e tra la seconda e la terza corda un intervallo di quinta giusta,
- niagari in cui vi è un quinta giusta tra le prime due corde ed una quarta tra la seconda e la terza,
- sansagari in cui vi è una quarta giusta tra tutte e tre le corde.
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